Giovedì 27 novembre, dalle 9.15 nella Sala San Paterio del Museo Mille Miglia, è in programma "Sicuri nella Comunità: proteggere gli anziani dalle truffe e reati predatori", convegno aperto alla partecipazione della cittadinanza organizzato dal Comune di Brescia, che intende promuovere una riflessione condivisa sulle strategie di prevenzione e sostegno rivolte alle persone anziane vittime di reati predatori e truffe.

L'appuntamento conclude lo specifico progetto curato dal Servizio Sicurezza Urbana del Comando di Polizia Locale nel corso del 2025, con lo scopo di rafforzare le politiche di prossimità sociale e la tutela delle persone più vulnerabili.

Venerdì 28 novembre, alle 20 nella sala grande del Teatro Grande in corso Zanardelli 9/a, è in programma il penultimo appuntamento con la stagione Opera e Balletto organizzata dalla fondazione.

Viene messo in scena "Nabucco", terza opera lirica di Giuseppe Verdi che ne decretò il successo, spesso letta come la sua composizione più risorgimentale.
Composta su libretto di Temistocle Solera, la storia narra della conquista di Gerusalemme da parte del re babilonese Nabucco, che riduce in schiavitù il popolo ebreo. Il dramma si sviluppa tra l'amore proibito tra Ismaele e Fenena, la figlia di Nabucco, e l'odio di Abigaille, l'altra figlia del re, che complotta per usurpare il trono.

Lo spettacolo è accessibile a persone cieche, ipovedenti, sorde, ipoudenti e con disabilità cognitive tramite il Progetto OPEN. Il Grande accessibile. Sulla recita è attiva la possibilità di ascolto assistito.

La rappresentazione viene replicata domenica 30 novembre alle 15.30.

Venerdì 28 novembre alle 20, nei locali della fondazione Tassara, sede del M.I.T.A. – Museo Internazionale del Tappeto Antico, in via Privata de Vitalis, 2 bis, è in calendario il penultimo appuntamento cittadino della ventitreesima edizione del Festival "Settimane Barocche di Brescia".

Elisa Citterio al violino e Stefano Demicheli al clavicembalo propongono di Johann Sebastian Bach "Sonate per violino e cembalo obbligato", eseguendo "Sonata n 6 in sol maggiore BVW 1019c" (Vivace - Largo - Allegro - Adagio – Allegro), "Sonata n 4 in do minore BVW 1017" (Largo "Alla Siciliana" - Allegro - Andante – Allegro) e "Sonata n. 3 in mi maggiore BVW 1016" (Adagio - Allegro - Adagio ma non tanto – Allegro).
Di Giovanni Sollima, compositore e violoncellista, vengono eseguire gli interludi n. 1, n. 3 e n. 6.

La rassegna, promossa dall'associazione "Settimane Barocche", propone la formula consolidata, intrecciando format originali e differenti linguaggi artistici per raccontare il repertorio barocco da prospettive inedite, rivolgendosi ad un pubblico più ampio dei soli appassionati di musica antica.

Dal 28 novembre al 7 dicembre, è in programma la terza edizione di "Duende", festival di arti performative e nuove tecnologie dedicato quest'anno al tema della censura e intitolato "Taci anzi parla", citazione dal libro di Carla Lonz del 1978.

Al Teatro Sociale, Teatro Borsoni, Domus dell'Ortaglia, Cinema Nuovo Eden e Biblioteca UAU di Brescia verranno messi in scena gli eventi della rassegna, con eventi, spettacoli, incontri, performance e installazioni artistiche.

Duende, più che un festival, è un contenitore altamente sperimentale che apre a nuove dimensioni di partecipazione dello spettacolo dal vivo.

La sua terza edizione accende i riflettori della scena sul lato oscuro del web relazionale, dove la censura e la normazione vogliono cancellare la rappresentazione delle diversità, delle interconnessioni tra popoli ed ecosistemi, le narrazioni dal basso. Una lotta tra propaganda e diritto all'esistenza che si combatte nei cieli del cloud, nuova frontiera di un imperialismo violento e insostenibile.

Duende è una parola che arriva dallo spagnolo antico duen de casa (dueño de la casa, letteralmente "padrone di casa"), praticamente intraducibile in italiano, ha un significato che si potrebbe rendere "Il potere misterioso di un'opera d'arte capace di far commuovere profondamente". Duende è la parola che descrive la capacità di una rappresentazione artistica di far percepire la complessità della realtà in un modo più profondo.

Fino a domenica 4 gennaio, nei locali della Cavallerizza–Centro della Fotografia Italiana di Brescia in via Fratelli Cairoli 9, si inaugura "Non devono essere solo mie", collezione fotografica di Massimo Minini, curata da Giovanna Calvenzi e Margherita Magnino per la prima volta in mostra in un percorso che racconta intuizioni e passioni che hanno guidato lo sguardo del collezionista.

L'esposizione si compone di 200 fotografie che attraversano più di un secolo e mezzo di storia dell'immagine. Dall'Ottocento alle sperimentazioni contemporanee, la mostra, articolata in diverse sezioni tematiche offre uno sguardo unico su come la fotografia si sia intrecciata con l'arte, la società e lo sguardo personale di uno dei più influenti galleristi internazionali.
Il viaggio inizia nell'Ottocento con immagini che spaziano dai nudi ai paesaggi architettonici, dal gusto pittorialista alle prime ricerche sulla luce e sulla figura. Segue la selezione delle foto di autori russi, dominata da geometrie visionarie di interpreti dell'avanguardia sovietica. C'è un'ampia parte dedicata agli "United Artists of Italy" dove i più grandi fotografi italiani raccontano i percorsi dell'arte italiana del secondo Novecento. Chiude il percorso l'accostamento tra le fotografie di FrancoPiavoli, autore bresciano, e fotografi maliani e nigeriano intenti a ritrarre la persona interrogare il senso universale del volto e della presenza.

La mostra rimane allestita fino a domenica 4 gennaio ed è aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 e domenica dalle 9.30 alle 19.30.

Venerdì 28 novembre alle 20 nella sala ristorante della cascina Parco Gallo in via Corfù 100, prosegue con "Arnaldus. A cena con Arnaldo", curata dalla cooperativa sociale Alborea, la programmazione stagionale "Autunno al Gallo".

Protagonista della serata è lo scrittore Fabio Costa, che propone una serata con menù a tema medievale e la presentazione del suo libro “Arnaldo. Storia di un bresciano ribelle” di Fabio Costa

Arnaldo non ha lasciato nulla di redatto, ma molti altri hanno scritto di lui, in particolare gli intellettuali del XII secolo che differiscono tra di loro per interpretazione personale, ambito culturale di appartenenza e forma letteraria con cui redassero la testimonianza.
Per avere informazioni precise c'è la necessità di sottoporre a un’accurata valutazione ogni singola fonte. Il risultato di questa ricerca, che il libro fa emergere, è una figura genuina i cui contorni sono delineati dai punti di vista dei diversi testimoni, i quali, forse, rischieranno di dissolversi in tante rappresentazioni di Arnaldo, ma al contempo permettono di comprendere i limiti della ricerca storica di fronte a questa vicenda.

Con questo incontro si chiude il calendario di iniziative di "Arnaldo da Brescia. Martire e ribelle", rassegna di eventi organizzata dal Comune di Brescia e coordinata da Cieli Vibranti, dedicata alla figura di Arnaldo da Brescia, martire del libero pensiero, in occasione dell'870° anniversario della morte.