Mario Bendiscioli

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Passirano 8 gennaio 1903 – 7 luglio 1998

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Letterato, filosofo, storico del cristianesimo, germanista

Mario Bendiscioli ha educato, con il suo insegnamento e con i suoi testi, generazioni di giovani al rigore della ricerca storica e all’amore per la libertà. Ebbe frequentazioni, profonda amicizia e un lungo epistolario con Giovanbattista Montini, futuro papa Paolo VI; frequentò l’oratorio della Pace, e in particolare padre Bevilacqua di cui condivise l’antifascismo intransigente; visse l’esperienza della Fionda con Andrea Trebeschi e Carlo Manziana. Fine germanista, approfondì la cultura tedesca contemporanea e nel 1936 diede alle stampe con i tipi della Morcelliana il saggio «La Germania religiosa nel Terzo Reich» in cui additò in anticipo su molti il neopaganesimo dell’ideologia e della statualità hitleriana.
Durante il periodo bellico il suo antifascismo lo portò per due volte in prigione. Nel dopoguerra approfondì lo studio della Riforma protestante e della Riforma cattolica, sottolineandone più i punti di contatto che di divergenza. Fu prestigioso collaboratore della Editrice Morcelliana e della rivista Humanitas.
Con squisita sensibilità e grande generosità donò la grande casa di famiglia di Passirano alla Caritas perché ne facesse un centro di accoglienza per persone a rischio di emarginazione.
Ed ecco, in dettaglio, il suo curriculum culturale. 
Alunno del Collegio Ghisleri, Mario Bendiscioli si laureò in Lettere nell'Università di Pavia (1925), poi in Giurisprudenza (1934). Svolse una lunghissima carriera nell’insegnamento, prima nelle scuole Superiori, poi nell’Università. Fu docente di Storia e Filosofia nel Liceo Statate di Merano (1927-1933), poi al Liceo «Carducci» di Milano (1934-1945); libero docente (1938), poi titolare della cattedra di Storia del Cristianesimo all'Università di Milano (1939-1952); professore ordinario di Storia medioevale, moderna e contemporanea nell’Istituto universitario di Magistero di Salerno (1952-1959); ordinario di Storia moderna e contemporanea, e Storia
delle religioni nell’Università di Pavia (1952-1977). All’impegno didattico unì quello in istituzioni formative e culturali: fu commissario per la Scuola nel Comitato di Liberazione Nazionale (1945-46); commissario nazionale della Giovantù Italiana
(1947-1948); collaborò alla fondazione dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia e ne diresse gli archivi (1949-1956); membro del Consiglio direttivo della Società Storica Lombarda (1958-1959); direttore dell'Archivio dell'Istituto Regionale per la Storia della Resistenza in Lombardia (1958-1959); vice-presidente del Comité International pour le lexique des terms technique en histoire del Conseil de l'Europe (1958-1959). Diresse la rivista «Scuola e Vita» (1945-1947) e fu co-direttore di «Humanitas» (1945-1955).
Intensa anche la sua attività giornalistica e pubblicistica su testate di marcata matrice cattolica: collaborò a «Il Cittadino di Brescia» (1924-1926), «L'Italia» (1928-1940), «L'Avvenire d'Italia» (1930-1936), «Il Popolo» (1945-1950), «Studium» (dal 1925), «Scuola Italiana Moderna» (1928-1936), «Archivio Storico Lombardo» (dal 1925), «Fides» (1929-1936), «Rivista Internazionale di Scienze Sociali» (1926-1930), «Nuova Italia» (1939-1942), «La Scuola Cattolica» (1935-1940), «Pedagogia e Vita» (dal 1942).
È stato socio corrispondente dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Brescia dal 31 dicembre 1945, commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (1958-1959).
Il patrimonio documentario di Mario Bendiscioli è conservato in tre distinti Fondi
archivistici: a Pavia presso l’Università degli Studi, a Brescia all’Istituto Paolo VI e presso la Fondazione Civiltà Bresciana.

Ultimo aggiornamento

28/10/2016, 09:06