Marcia per l'accoglienza 2025

Dettagli della notizia

Nessuna persona esclusa

Data:

16 ottobre 2025

Tempo di lettura:

2 min

Marcia per accoglienza e cittadinanza 2025
Marcia per accoglienza e cittadinanza 2025

Descrizione

Sabato 18 ottobre alle 15.30, con partenza da Largo Formentone, si terrà la marcia per l'accoglienza e la cittadinanza, con l'obiettivo di rifiutare la gerarchia della disperazione che classifica ed etichetta le "persone in movimento" come più o meno gradite e dunque meritevoli di soccorso e per chiedere la riforma della legge sulla cittadinanza, il superamento della legge Bossi-Fini e la reintroduzione di permessi per ricerca e lavoro, l'ampliamento del Sistema d'Accoglienza Integrazione e la sua diffusione strutturata equa e capillare sul territorio nazionale e la cessazione di ogni accordo con paesi terzi che preveda la deportazione delle persone in centri di detenzione illegittima.

L'edizione di quest'anno, ancora sottotitolata "Nessuna persona esclusa" punta l'attenzione sul numero di conflitti, grandi o piccoli e potenzialmente pericolosi, che è il più alto dalla II Guerra Mondiale, 56.

La competizione tra grandi potenze è la più elevata di sempre. Le potenze di medio livello stanno crescendo e rivendicano centralità nelle loro regioni. Il numero di paesi impegnati in conflitti internazionali non è mai stato così elevato da quando l'Indice globale della pace ne porta il conto, sono novantadue. La situazione più grave è quella dell'Africa sud-sahariana seguita da Asia meridionale e area del Medio Oriente e Nord Africa.

I conflitti minori sono sempre di più, questo aumenta il rischio che divengano grandi guerre. Rispetto al passato, aumentano le guerre che non finiscono mai. Negli anni '70 si chiudeva con una vittoria definitiva di una delle due parti il 49% dei conflitti e con un accordo di pace il 23%. Nel 2010 siamo scesi al 10% per i primi, e al 4% per i secondi.

La fotografia della situazione attuale la offre l'edizione 2024 dell'Indice globale della pace (Global peace index, Gpi), uno strumento che da 18 anni monitora la situazione del mondo. Il Gpi, creazione del think thank Institute for Economics & Peace. L'ultimo rapporto ci avvisa che siamo sull'orlo di un abisso e certifica che nei conflitti contemporanei, i civili sono il 90% delle vittime. Viviamo un tempo di guerra con i principali posti di potere occupati da uomini forti, e non solo nei casi mediaticamente più rilevanti.

Nel 2025 si sono infranti diversi record che, come civiltà, si sarebbero potuti risparmiare. Da quando esiste l'Indice globale della pace, le tendenze di militarizzazione delle società erano state in costante diminuzione. Hanno cominciato a rialzarsi lo scorso anno in ben 108 Paesi. 110 milioni di persone sono sfollate o rifugiate; 95 milioni sono invece gli sfollati interni a causa di conflitti violenti.

Ultimo aggiornamento

16/10/2025, 10:26