Descrizione
Versatile, poliedrico e straordinario comunicatore
Padre Pier Giordano Cabra, originario di Gambara, classe 1932, versatile, poliedrico e straordinario comunicatore, è stato capace di intercettare gli interessi e i sentimenti di molte persone e ai più diversi livelli e ambienti: dai poveri incontrati nel lungo viaggiare, ai consacrati e alle consacrate, agli intellettuali, alle autorità civili ed ecclesiali, alle persone semplici, a suo agio nelle assemblee solenni e importanti come nella quotidianità feriale. Interlocutore curioso e divertente ma sempre rispettoso, animatore arguto di ogni convivialità, così come ascoltatore attento ed empatico di anime che a lui si aprivano con fiducia. Raramente un argomento lo trovava impreparato, dalla spiritualità alla filosofia, dall’arte alla musica, dallo sport alla storia della Chiesa. Laureato in Scienze Politiche, era capace di sintesi chiarificatrici anche delle questioni più complesse.
Come ha scritto e raccontato tante volte: mentre era studente di agraria a Remedello, qualcuno gli ha fatto scoprire la nostalgia dell’Assoluto, la gioia segreta che abita il cuore che si affida al mistero da cui tutto proviene e a cui tutto converge.
Tre volte superiore generale della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, ha diretto l’Editrice Queriniana dal 1957 al 1973: era dedito, con padre Rosino Gibellini, a rispondere alle sfide poste dal Concilio. Durante gli anni della sua direzione furono pubblicate le firme più importanti della teologia mondiale: da Küng a Rahner, da Ratzinger a Moltmann. È stato anche docente all’Università Pontificia Salesiana.
Alla Congregazione di padre Piamarta ha dedicato molte riflessioni spirituali. È stato superiore nel tempo difficile della contestazione e del sorgere di molte proposte alternative alle forme tradizionali della vita consacrata.
Ha amato la bellezza delle cime innevate, lo sport e l’amicizia, l’arte e la cultura come riflessione intelligente sulla vita degli uomini. Ha promosso le missioni in moltissime comunità religiose in Brasile, in Cile e in Angola.
L’insegnamento più alto l’ha offerto nella malattia: sulla quale ha scherzato quasi fino alla fine, continuando a pensare, a scrivere, a mantenere relazioni e corrispondenze, a circondarsi di amici. Lui, amante di camminate interminabili per i sentieri di montagne che conosceva tutte per nome, è stato provato duramente dalla progressiva impossibilità di muoversi in modo adeguato e addirittura di esprimersi. Cantore della bellezza del cielo, si è concentrato sempre più sul sogno di una vita futura, che diventava sempre più realtà desiderata e testimoniata.