Descrizione
Sono stati presentati i risultati del progetto che la Polizia Locale di Brescia ha realizzato nel 2025, grazie al sostegno del Fondo Unico di Giustizia del Ministero dell'Interno e della Prefettura di Brescia, costituito da un'articolata azione di informazione, prevenzione, formazione e ricerca per contrastare il fenomeno delle truffe ai danni delle persone anziane.
Le attività realizzate hanno affrontato il fenomeno non solo dal punto di vista della sicurezza, ma considerando anche i danni economici e psicologici che questi reati provocano nelle vittime, spesso persone fragili e sole.
Da gennaio alla metà di novembre 2025, il Servizio Sicurezza Urbana ha organizzato 37 servizi dedicati nei mercati rionali, nelle fiere e nel corso delle manifestazioni cittadine, garantendo la presenza continua di almeno due operatori di Polizia Locale durante lo svolgimento degli eventi. In queste occasioni sono state distribuite 8.800 copie di locandine informative contenenti, oltre ai numeri utili degli uffici della Polizia Locale, alcuni consigli pratici per riconoscere ed evitare le truffe. L'occasione della distribuzione del materiale si è rivelata preziosa per ascoltare le storie e le preoccupazioni delle persone, molte delle quali si sono sentite libere di condividere le proprie esperienze, rafforzando il rapporto di fiducia tra istituzioni e comunità.
L'attività di sensibilizzazione ha previsto 6 incontri specifici nei centri anziani e in quelli diurni, raggiungendo 235 persone, e 10 rappresentazioni teatrali, realizzate dalla compagnia Nuova Impronta Teatro, che hanno coinvolto complessivamente 515 spettatori. Gli spettacoli, articolati tra quiz interattivi e scenette ispirate a casi reali, hanno riscosso apprezzamento per la capacità di trattare un tema delicato con semplicità e ironia, rendendo i messaggi di prevenzione più efficaci e memorabili.
Sono state distribuite circa 3.000 brochure informative e materiali relativi allo Sportello Vittime, un servizio del Comune di Brescia che offre supporto economico, assistenza psicologica e aiuto pratico alle vittime di reati, incluso il rifacimento dei documenti sottratti. Si tratta di una realtà presente in pochissime città italiane, finanziata ogni anno dall'Amministrazione comunale quale segno concreto di vicinanza ai cittadini e alle cittadine.
Il progetto ha dedicato particolare attenzione anche alla formazione degli operatori che quotidianamente entrano in contatto con la popolazione anziana. Il professor Antonino Giorgi, psicoterapeuta e vittimologo, docente dell'Università Cattolica, ha curato tre giornate formative rivolte ad assistenti sociali, operatori dell'assistenza domiciliare e personale dei centri anziani e dei punti comunità, coinvolgendo complessivamente 56 professionisti. Gli incontri hanno fornito strumenti concreti per riconoscere i segnali di allarme e per prevenire situazioni di rischio.
La Polizia Locale ha realizzato due video promozionali, affidandosi al videomaker professionista Luca Rapuzzi, con i quali si raccontano i sentimenti, le frustrazioni e le emozioni delle vittime di truffe, ma che trasmettono anche un messaggio di speranza: l'importanza della denuncia come strumento per combattere il fenomeno e permettere alle forze dell'ordine di tutelare efficacemente i cittadini e le cittadine. I video, distribuiti attraverso canali diversi, social media ed emittenti Tv locali.
Tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025 sono stati distribuiti circa 3.500 questionari anonimi nei punti comunità, nei centri anziani, negli uffici di zona e nei centri aggregativi per analizzare l'entità del fenomeno e le modalità con cui si manifesta. Alle domande hanno risposto, in totale, 810 persone anziane (età media 77,52). I dati raccolti hanno alimentato una ricerca scientifica da cui è emerso, tra i dati più allarmanti, che quasi una persona anziana su due (47,7%) ha subìto almeno un reato predatorio nella propria vita. La maggior parte dei crimini riguarda la casa, luogo tradizionalmente percepito come sicuro, e la strada, che insieme rappresentano la quota più rilevante degli episodi di criminalità.
Il reato più frequente è il furto in abitazione (178 casi), seguito dagli scippi e dalle truffe in strada. Le truffe telefoniche (51 casi) emergono come una forma crescente di criminalità relazionale, che sfrutta solitudine, fiducia e vulnerabilità cognitiva delle persone anziane.
La ricerca documenta forti conseguenze psicologiche, sociali ed esistenziali. Le emozioni più frequenti tra le vittime sono rabbia (72%), paura (62%), sfiducia (47%) e tristezza (41%). Molte persone sviluppano ipervigilanza, difficoltà nel sonno e paura di uscire di casa. In numerosi casi la vittimizzazione si trasforma in un vero e proprio trauma identitario, con perdita di autostima e aumento dell'isolamento sociale.
Quasi la metà delle persone vittimizzate (47,7%) ha modificato le proprie abitudini: aumenta la prudenza, si riducono gli spostamenti, si evita il contatto con sconosciuti e si adottano strategie di autodifesa (allarmi, inferriate, non aprire la porta). Questi cambiamenti, seppur protettivi, contribuiscono a un progressivo ritiro dalla vita sociale.
Sul fronte della richiesta di aiuto emerge un dato critico: il 47% non ha chiesto aiuto a nessuno, per vergogna, senso di colpa, timore del giudizio o sfiducia nelle istituzioni. Anche la propensione alla denuncia è parziale: denuncia solo il 65,5%.
In questo scenario, il servizio della Polizia Locale dedicato alle persone anziane vittime di reati predatori rappresenta un presidio umano e sociale imprescindibile poiché interrompe, innanzitutto, la solitudine della persona anziana vittima, offrendo ascolto, accompagnamento, sostegno psicologico e supporto umano in un momento di estrema fragilità. Il servizio contribuisce inoltre a evitare il consolidamento della marginalizzazione legata all'età, aiutando a ricostruire quella fiducia e sicurezza che il reato spesso distrugge.
Un aspetto fondamentale è la riduzione del rischio di isolamento, che favorisce la ripresa della vita quotidiana e delle relazioni sociali della vittima. Il supporto concreto si estende anche alle procedure burocratiche, al rifacimento dei documenti e all'orientamento verso i servizi disponibili, includendo anche un contributo economico.
Attraverso l'informazione, l'educazione alla prevenzione e l'accompagnamento costante, il servizio previene nuove vittimizzazioni e riconosce dignità alla vittima, che non viene lasciata sola a gestire emozioni difficili come la paura, la vergogna, il senso di colpa e il senso di fallimento che spesso accompagnano l'esperienza del reato subìto.