Consegnato alla Polizia di Stato il riconoscimento della "Vittoria Alata"

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Lunedì 3 febbraio

Data:

10 febbraio 2020

Tempo di lettura:

8 min

Descrizione

Lunedì 3 febbraio è stata consegnata la “Vittoria Alata”, il massimo riconoscimento della città, mani del Prefetto Franco Gabrielli, Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza.
Questo l’intervento del Sindaco di Brescia Emilio Del Bono durante la cerimonia di consegna.

«Buona giornata e benvenuti.
Un saluto a tutte le Autorità presenti, in particolare agli ospiti della nostra città. Un grazie speciale al signor Questore di Brescia Leopoldo Laricchia che ha reso più solenne e ricco questo momento permettendo di articolare questa giornata in diversi momenti.
E una gratitudine sentita al dottor Franco Gabrielli, che con la sua presenza onora la città di Brescia e rende questo gesto, la consegna della Vittoria Alata, ancora più emblematico e sentito.
Come la nascita, lo sviluppo e i cambiamenti della Polizia di Stato si sono intrecciati con la nascita e la storia dello Stato Italiano, così è stato anche per Brescia, non incidentalmente medaglia d’oro al Risorgimento e poi medaglia d’argento al valore militare per la Resistenza al nazi/fascismo.
Sì, perché la nostra città è stata ed è un grande laboratorio nazionale nel quale l’incedere della storia italiana, i fatti e i sommovimenti salienti hanno visto Brescia a volte precederli, a volte seguirli. E così la Polizia di Stato ha accompagnato la storia della nostra città. E la Polizia è cresciuta e cambiata con noi, con la nostra comunità.
Una città (e aggiungo un territorio provinciale) nella quale è impossibile non misurare la qualità e la tenuta di chi rappresenta lo Stato.
Questa è la città della grande industrializzazione, la città della prorompente immigrazione (prima dal sud, poi da ben 140 nazioni diverse), la città dove la sfida della convivenza pacifica - e oggi dell’integrazione - si è fatta e si fa più acuta. È la città del forte movimento sindacale e dalle grandi pulsioni politiche, che ha pagato il suo prezzo durante la Notte della Repubblica. È la città delle innovazioni e dei grandi spostamenti, dove la libera circolazione delle persone e delle merci assume numeri importanti. È la città della ricchezza e quindi della rischiosa attrazione della criminalità, sia quella organizzata sia quella comune. È anche la città del senso civico e della cultura, dove la formazione degli uomini è radicata nelle scuole.
Ecco perché la Polizia ci ha accompagnato in questi cambiamenti e nella crescita con le sue articolazioni, con le sue attività di pubblica sicurezza, nelle sfide della modernità della rete (Polizia Postale), nel presidio delle nostre strade e ferrovie (Stradale e Ferroviaria), nella lettura attenta dei movimenti e sommovimenti politici e religiosi (Digos), nel governo del flusso migratorio (Ufficio Immigrazione) e nella formazione con una scuola eccellente, la nostra Pol. G. A. I.
E se penso all’etimologia della Polizia – πολιτεία - si capisce perché il governare le comunità e l’assicurare la sicurezza siano concetti così intrecciati.
Perché le città mutano, le comunità hanno bisogno di trovare costantemente un nuovo equilibrio, una serena coesione e ci vuole professionalità, cautela e fermezza, cultura e formazione, sensibilità e umanità e bisogna essere prossimi per accompagnare e comprendere questi progressivi e talvolta problematici cambiamenti.
È in fondo questa l’essenza e il significato profondo della sicurezza pubblica e dell’ordine pubblico che altro non è – come scriveva Livio Paladin, costituzionalista e poi presidente della Corte Costituzionale – che la difesa dei principi etici e politici fondamentali nonché delle leggi, la cui osservanza e attenzione è considerata indispensabile per l’esistenza dell’ordinamento, poiché le democrazie (come scriveva Karl Popper) sono società esperte dove un “esercizio critico della ragione” e “un continuo perfezionamento delle istituzioni” sono indispensabili se si vuole “evitare l’uso della violenza”.
E, come ha detto il nostro Presidente della Repubblica in altre parole, “la vera sicurezza si realizza con efficacia preservando e garantendo i valori positivi della convivenza, che esiste solo se tutti si sentono garantiti e rispettati”.
Ecco perché “la sicurezza è la condizione di un esistenza serena” (sempre parole del nostro Presidente). Ed ecco perché un regime repubblicano democratico si conduce con i valori potenti del diritto. E per questo non deve essere di destra o sinistra: è un bene troppo prezioso per essere scaraventato in un crudele agone politico, pena un danno inevitabile alla sua eterna lealtà e fedeltà.
Ed è il contributo della Polizia di Stato, questa buona convivenza. È principalmente alla nostra buona convivenza che abbiamo pensato quando abbiamo deciso di donare una copia della nostra Vittoria Alata, statua del primo secolo dopo Cristo che porta il simbolo del cammino nelle strade della nostra città. Simbolo dello stratificarsi della nostra “Civitas”, di una civiltà ma anche di orgoglio civico. Gli stessi che la riscoprirono nella prima metà dell’ottocento furono gli stessi che lottarono per la liberazione della città dal giogo antico durante il Risorgimento e furono tra i fautori delle Dieci Giornate del 1849 e dei moti per restituire ai nostri popoli una nazione.
La consegniamo a lei dottor Gabrielli, anche per la saggia fermezza con la quale ha guidato il Corpo in questi anni turbolenti, per come ha saputo preservare l’autonomia delle Polizie di Stato, bene decisivo proprio per i cittadini, affinché tutti si sentano tutelati e protetti nel loro vivere quotidiano. Grazie quindi a voi tutti per la vostra presenza e per il vostro paziente ascolto. Viva Brescia e viva l’Italia, viva la Polizia di Stato e viva la Repubblica».

Ultimo aggiornamento

10/02/2020, 09:10