Cos'è?
Martedì 7 ottobre alle 21, al Cinema sociale in via Felice Cavallotti 20, viene proiettato il documentario "Le regole di Arnold per il successo" di Dario Tepedino, dedicato a Mauro Guerra, ucciso a Carmignano Sant'Urbano in provincia di Padova il 29 luglio del 2015.
Mauro Guerra, 32 anni, un passato nei parà, una laurea in Economia e una passione per la pittura, risponde a una convocazione presso la locale caserma dei carabinieri. Dopo mezz'ora ne esce correndo verso la sua abitazione, a 50 metri di distanza. Per tre ore, sotto il sole, all'esterno e poi all'interno della casa di famiglia, i carabinieri cercano di convincere Mauro a farsi ricoverare. C'è, dicono, una richiesta di Tso (trattamento sanitario obbligatorio) nei suoi confronti. Mauro finge di accettare il ricovero, si dirige verso l'ambulanza ma la supera e si mette a correre, passa davanti al bar e poi alla chiesa urlando che lo vogliono arrestare. Non è armato. L'inseguimento prosegue in mezzo ai campi fino a quando un carabiniere lo blocca e gli ammanetta un polso. Mauro si divincola e colpisce il militare, che sarà ricoverato in ospedale e dopo 24 ore dimesso con una prognosi di 30 giorni. Un secondo carabiniere gli spara da distanza ravvicinata, la perizia stabilirà non più di un metro e mezzo, e lo colpisce al petto.
Testimoni presenti certificano l'arrivo sul posto di una seconda ambulanza, mentre dall'alto è pronto un elicottero per il soccorso, il corpo di Mauro Guerra rimane a terra per quasi tre ore. Nessuno verifica i parametri vitali, nessuno permette ai familiari, presenti durante tutta l'operazione dei carabinieri, di avvicinarsi. Mauro muore.
Alla proiezione segue dibattito con Elena Guerra, sorella di Mauro, il giornalista Ivan Grozny Compasso e un rappresentante di Amnesty International.
Ingresso libero.
L'evento è corollario della mostra fotografica "La lotta, il coraggio e l'amore. Dodici storie di violenza di Stato", narrazione per la memoria collettiva organizzato da Amnesty per raccontare le vite di chi ha subito violenza da parte dello Stato e di chi, con determinazione, continua a cercare verità e giustizia, con l'obiettivo è mantenere viva la memoria di queste vicende e sensibilizzare la cittadinanza sui diritti umani.