Descrizione
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DENDROECOLOGIA E DINAMICA FORESTALE NEL BOSCO SIRO NEGRI DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA
DENDROECOLOGIA E DINAMICA FORESTALE NEL BOSCO SIRO NEGRI DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA
PAOLA NOLA, RENZO MOTTA
Parole chiave – Dinamica forestale, specie esotiche invasive, monitoraggio di lungo termine, struttura delle età, riprese d’accrescimento
Riassunto
1. Le foreste alluviali della Valle del Ticino sono uno degli ambienti naturali più minacciati dell’Europa meridionale perchè, ampiamente ridotte in dimensioni, sono ora rappresentate da pochi e isolati frammenti. A partire dalla fine del XIX secolo, diverse specie esotiche invasive, quali la robinia (Robinia pseudoacacia L.), sono state introdotte in questa zona, diffondendosi poi ampiamente e rappresentando ora un importante problema ecologico.
2. Nel 2005 sono stati scelti due quadrati permanenti (plot) all’interno della Riserva Naturale Integrale “Siro Negri”, per studiare l’evoluzione naturale della robinia in una foresta alluviale relativamente poco disturbata. La Riserva rappresenta uno dei relitti meglio conservati delle foreste planiziali dell’Italia settentrionale.
3. Entrambi i plot risultano densi, misti, pluristratificati, ricchi in legno morto e dominati da farnia (Quercus robur L.) e
robinia. Queste due specie sono presenti soltanto nello strato dominante e in quello intermedio e rappresentano nel complesso più dell’80% della biomassa. All’interno dei plot sono stati ricostruiti 3 disturbi principali nell’ultimo secolo. La robinia si è insediata quasi esclusivamente in corrispondenza del secondo disturbo, tra il 1940 e il 1960.
4. La dinamica della robinia all’interno della Riserva è molto simile a quella osservata nel suo areale originario, in cui essa mostra una dominanza a vita breve, prima di essere sostituita da specie più longeve e tolleranti l’ombreggiamento. Dopo essersi insediata, la specie tende ad occupare lo strato dominante e quello intermedio, ma non aumenta sostanzialmente il numero di individui.
- Sintesi e applicazioni. I risultati ottenuti supportano l’ipotesi che la strategia migliore per controllare la diffusione della robinia consista nell’evitare i disturbi ed attenderne una regressione naturale.
Riassunto
1. Le foreste alluviali della Valle del Ticino sono uno degli ambienti naturali più minacciati dell’Europa meridionale perchè, ampiamente ridotte in dimensioni, sono ora rappresentate da pochi e isolati frammenti. A partire dalla fine del XIX secolo, diverse specie esotiche invasive, quali la robinia (Robinia pseudoacacia L.), sono state introdotte in questa zona, diffondendosi poi ampiamente e rappresentando ora un importante problema ecologico.
2. Nel 2005 sono stati scelti due quadrati permanenti (plot) all’interno della Riserva Naturale Integrale “Siro Negri”, per studiare l’evoluzione naturale della robinia in una foresta alluviale relativamente poco disturbata. La Riserva rappresenta uno dei relitti meglio conservati delle foreste planiziali dell’Italia settentrionale.
3. Entrambi i plot risultano densi, misti, pluristratificati, ricchi in legno morto e dominati da farnia (Quercus robur L.) e
robinia. Queste due specie sono presenti soltanto nello strato dominante e in quello intermedio e rappresentano nel complesso più dell’80% della biomassa. All’interno dei plot sono stati ricostruiti 3 disturbi principali nell’ultimo secolo. La robinia si è insediata quasi esclusivamente in corrispondenza del secondo disturbo, tra il 1940 e il 1960.
4. La dinamica della robinia all’interno della Riserva è molto simile a quella osservata nel suo areale originario, in cui essa mostra una dominanza a vita breve, prima di essere sostituita da specie più longeve e tolleranti l’ombreggiamento. Dopo essersi insediata, la specie tende ad occupare lo strato dominante e quello intermedio, ma non aumenta sostanzialmente il numero di individui.
- Sintesi e applicazioni. I risultati ottenuti supportano l’ipotesi che la strategia migliore per controllare la diffusione della robinia consista nell’evitare i disturbi ed attenderne una regressione naturale.
Key words – Forest dynamic, alien invasive species, long-term monitoring, age structure, growth release
Abstract
1. The alluvial forests of the Ticino valley are one of the most threatened natural environments of southern Europe because they have been greatly reduced in size and are now represented by endangered ecosystem fragments. Starting from the end of the nineteenth century, foreign invasive species were introduced into the area, and are now widely widespread, producing a signifi cant ecological problem.
2. In 2005 two permanent plots were established in the “Siro Negri” Forest Reserve to study the natural development of the black locust (Robinia pseudoacacia L.) an alien invasive species, on silviculturally undisturbed lowland forests. The Reserve extends for 11 ha and represents one the best conserved relictof the original alluvial forests.
3. Both plots are dense, mixed, multilayered forests, rich in coarse woody debris that are dominated by the pedunculate oak (Quercus robur L.) and the black locust. These two species are present only in the dominant and in the intermediate layers and account together for more than 80% of the living biomass. The plots experienced three main disturbances during the last century. The black locust established almost exclusively during two decades after the second one between 1940 and 1960.
4. The observed dynamic of the black locust was very similar to those observed in its native range where its dominance is short-lived before it is replaced by longer-lived and more shadetolerant species. After the fi rst massive establishment the black locust reached the dominant and intermediate layers but didn’t regenerate.
- Synthesis and applications. Our results support the hypotheses that the best strategy to control the black locust diffusion is to avoid disturbances and to wait the natural suppression of the black locust.
Abstract
1. The alluvial forests of the Ticino valley are one of the most threatened natural environments of southern Europe because they have been greatly reduced in size and are now represented by endangered ecosystem fragments. Starting from the end of the nineteenth century, foreign invasive species were introduced into the area, and are now widely widespread, producing a signifi cant ecological problem.
2. In 2005 two permanent plots were established in the “Siro Negri” Forest Reserve to study the natural development of the black locust (Robinia pseudoacacia L.) an alien invasive species, on silviculturally undisturbed lowland forests. The Reserve extends for 11 ha and represents one the best conserved relictof the original alluvial forests.
3. Both plots are dense, mixed, multilayered forests, rich in coarse woody debris that are dominated by the pedunculate oak (Quercus robur L.) and the black locust. These two species are present only in the dominant and in the intermediate layers and account together for more than 80% of the living biomass. The plots experienced three main disturbances during the last century. The black locust established almost exclusively during two decades after the second one between 1940 and 1960.
4. The observed dynamic of the black locust was very similar to those observed in its native range where its dominance is short-lived before it is replaced by longer-lived and more shadetolerant species. After the fi rst massive establishment the black locust reached the dominant and intermediate layers but didn’t regenerate.
- Synthesis and applications. Our results support the hypotheses that the best strategy to control the black locust diffusion is to avoid disturbances and to wait the natural suppression of the black locust.