Descrizione
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THE FLINT ASSEMBLAGES FROM PITS XVIII AND XXXII OF THE EARLY NEOLITHIC SITE OF CAMPO CERESOLE AT VHO' DI PIADENA (Cremona, northern Italy)
PAOLO BIAGI and BARBARA A. VOYTEK
Abstract - The Authors examine the flint assemblages from two Early Neolithc pits excavated at the central Po Valley si te of Campo Ceresole, dated between the end of the seventh and the beginning of the sixth millennium BP. The assemblages, obtained from flint of Alpine origin, are characterized by a strong biade index and by the presence of a high number of bladelets struck from subconical cores. On a typological basis the retouched instruments include Burins on a side notch, straight Borers, trapezoidal and rhombic Geometrics and Bladelets with a sinuous profile. The Microburin technique is well represented. The study ofthe microwear traces compares tool form and function. lt shows that the majority of the tools had bee n used on wood or hard materials such as bone or antler. The assemblage is also characterized by a high degree of resharpening and reuse. Perhaps most interestingly, the tools bearing «sickle») gloss improve our understanding of the use of plant materials during the Early Neolithic.
Riassunto - Le industrie litiche dei pozzetti XVIII e XXXII del sito Neolitico di Campo Ceresole presso il Vhò di Piadena (Cremona). Gli Autori prendono in esame le industrie su selce raccolte in due pozzetti del sito neolitico di Campo Ceresole datati fra la fine del settimo e l"inizio del sesto millennio BP. Si tratta di industrie su selce esotica di provenienza alpina caratterizzate da un forte indice laminare e dalla presenza della tecnica di scheggiatura per la confezione di lamelle strette tratte da Nuclei subconici. Fra gli strumenti sono caratteristici Bulini su incavo, Perforatori diritti, Geometrici trapezoidali e romboidali e Lamelle a margine sinuoso. È rappresentata la tecnica del Microbulino. Lo studio delle tracce d'usura riguarda un'analisi comparativa della tipologia e della funzione dei reperti litici scheggiati. Questa ha dimostrato che la maggior parte degli strumenti è stata impiegata per lavorare legno o materiale duro quale osso o corno. L'industria è inoltre caratterizzata da un numero elevato di ravvivamenti e di strumenti reimpiegati. L'aspetto forse più interessante riguarda la presenza di attrezzi con usura obliqua lucida, il che migliora le nostre conoscenze circa l'utilizzo di graminacee all'inizio del Neolitico.