Vittoria De Toni Trebeschi

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Padova, 22 novembre 1903 - Cellatica, 2 dicembre 1992

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Scrittrice, giornalista, esponente della Resistenza

Originaria di Padova, figlia di un celebre studioso di storia naturale e docente universitario, Vittoria de Toni diventa bresciana quando giovanissima, nel giugno 1922, sposa l’avvocato Andrea Trebeschi, che nonostante abbia solo 25 anni è già esponente di spicco del mondo cattolico bresciano e del Partito popolare. Con il marito condivide l’impegno civile e sociale e fin dai primi momenti si schiera sul fronte dell’antifascismo. Consapevolmente e a viso aperto, durante il ventennio, assieme vivono una testimonianza cristiana di impegno per la libertà e la democrazia.
Il 6 gennaio 1943, l’avv. Andrea Trebeschi viene arrestato dai nazi-fascisti e viene deportato prima a Dachau e poi a Mauthausen e a Gusen, dove muore nel gennaio 1945. Vittoria resta sola, con i quattro figli – Maria, Cesare, Giovanni ed Elvira – ma continua il suo instancabile impegno, facendo divenire la sua casa uno dei centri coraggiosi della Resistenza bresciana.
Subito dopo la Liberazione, è particolarmente attiva nell’Ufficio di presidenza dell’Azione Cattolica e nel 1948 viene chiamata alla direzione della rivista “Madre”. Il mensile nato nel 1888 è il primo periodico italiano dedicato al pubblico femminile e sotto la direzione di Vittoria de Toni conquista una diffusione considerevole in tutta Italia ed un consolidato apprezzamento per il suo equilibrio e la capacità di cogliere le mutazioni del Paese. “Madre” diventa un punto di riferimento per più di una generazione di mamme.
La notevole cultura e i fermi principi trovano espressione anche nella sua intensa attività  di educatrice. Molte anche le sue pubblicazioni, in gran parte per La Scuola editrice, tra le quali spiccano “La leggenda aurea dei Re Magi”, “Il Moretto” e l’epistolario con Andrea Trebeschi.
Muore a 89 anni.

Ultimo aggiornamento

08/11/2016, 09:27