Descrizione
Letterato, erudito di storia bresciana, storico e critico dell'arte, per oltre vent’anni direttore dei Civici musei di Brescia.
Gaetano Panazza è stato figura centrale della cultura bresciana del Novecento: prima come studioso, poi come direttore dei Civici musei, infine come presidente dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti. Panazza ha avuto ruoli essenziali negli studi sull’arte altomedievale e più in generale sulle arti figurative a Brescia, ha partecipato all’avventurosa opera di salvataggio delle opere d’arte durante l’ultima guerra, ha posto le basi scientifiche per gli interventi sul complesso di San Salvatore-Santa Giulia, ha richiamato costantemente l’importanza di tutelare e valorizzare il patrimonio artistico di Brescia e della sua provincia.
Laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Pavia con una tesi sull’Arte medievale nel territorio bresciano (pubblicata dall’Ateneo nel 1942) Panazza è stato assistente volontario alla Cattedra di Storia dell’Arte Medievale e Moderna (1946-1948); assistente volontario presso il Gabinetto di Storia dell’Arte Medievale e Moderna (1949-1951); nel contempo è stato direttore dei Civici Musei d'Arte e Storia di Pavia (1947-56) e successivamente dei Civici Musei e Pinacoteca di Brescia (1956-78) dove è succeduto ad Alessandro Scrinzi.
In questa veste ha condotto scavi e studi su San Salvatore dal 1959 al 1962, pubblicando due volumi sull’argomento. Mosse da lì il progetto di recupero dell’intero monastero che ebbe un primo momento espositivo nella mostra “San Salvatore. Materiali per un museo I”, del 1978. Autore di una grande mole di studi e pubblicazioni sulla storia urbana di Brescia, ne condensò i risultati nella mostra “Il volto storico di Brescia” del 1978, poi confluita in cinque volumi. Della maestria nell’organizzare mostre, facendone il punto d’approdo di lunghi studi e il veicolo per far conoscere a un più vasto pubblico i capolavori bresciani, sono prova i suoi contributi alla mostra del 1939 su “La pittura bresciana del Rinascimento”, a quella del 1946 che offrì al pubblico la visione di opere che per cinque anni erano rimaste nascoste in bunker e caveaux, alla grande mostra del 1965 “Girolamo Romanino”.
Frutto del suo lavoro anche il nuovo allestimento della Pinacoteca del 1953, quello del museo Romano del 1958, del Museo del Risorgimento del 1959, della Galleria d’arte moderna e contemporanea nel 1964 (chiusa definitivamente intorno al 1970). Pose le basi per l’allestimento, grazie al ricco legato del cavalier Luigi Marzoli, del Museo delle armi che fu inaugurato nel 1988. Da direttore dei Civici musei promosse la creazione di un Archivio di documenti, un Archivio fotografico e una Biblioteca specialistica, nonché una catalogazione del patrimonio comunale secondo modelli tuttora in uso. In un elenco lunghissimo di opere, studi e pubblicazioni svettano opere capitali di Panazza come i contributi alla “Storia di Brescia” dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, i volumi “I musei e la Pinacoteca di Brescia” del 1958 e “La Pinacoteca Tosio Martinengo” del 1974 (con Camillo Boselli).
Nel corso della sua lunga e fertile vita di studioso Gaetano Panazza è stato anche vice presidente dell'Associazione Nazionale Musei di Enti Locali; deputato della Società Storica Lombarda; membro del Comitato Regionale della Lombardia per i Musei; presidente della Sezione di Brescia di «Italia Nostra».
È stato socio effettivo dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti dal 28 dicembre 1940, vice segretario dal 1944 al 1949, consigliere dal 1957 al 1986 con brevi interruzioni, vice presidente dal 1979 al 1985, presidente dal 1986 al 1995.