Leonardo Benevolo

Dettagli della notizia

Descrizione breve
Orta San Giulio (Novara), 25 settembre 1923 - Cellatica, 5 gennaio 2017

Tempo di lettura:

5 min

Aree tematiche
Cittadini Illustri

Descrizione

Descrizione

Architetto e urbanista

Figura emblematica nella storia dell’architettura e dell’urbanistica italiana, nasce a Orta San Giulio, in provincia di Novara, il 25 settembre 1923. Studia architettura all’Università di Roma, dove si laurea nel 1946. Nella stessa università inizia la sua lunga carriera accademica, fin da subito insegna Storia dell’architettura. Come docente della stessa materia passerà poi agli atenei di Firenze, Venezia e Palermo. Con Giulio Carlo Argan, Bruno Zevi e Manfredo Tafuri diventa una delle personalità più influenti per ciò che riguarda la definizione e la storicizzazione dell’architettura moderna, non solo italiana. Sul suo manuale “Storia dell’architettura moderna”, edito da Laterza nel 1960 e riedito con grande assiduità, si formano intere generazioni di architetti e di storici italiani. E’ autore di testi fondamentali come “Le origini dell’urbanistica moderna” (1965), “L’architettura del nuovo millennio” (20069 e “La fine della città” (2011).
Alla fine degli anni Sessanta, nel periodo più animato delle contestazioni studentesche, dedica molti scritti alle questioni della riforma universitaria. Negli anni Ottanta è protagonista di un vivace dibattito culturale che ha come tema l’utilità storica, culturale e sociale dell’abbattimento del Vittoriano, l’Altare della Patria a Roma.
Cattolico sociale vicino alla sinistra democristiana, entra a far parte della Lega Democratica, un gruppo di intellettuali che si propone un rinnovamento dell’impegno dei cattolici in politica fra gli anni Settanta e Ottanta, promosso da Pietro Scoppola, Ermanno Gorrieri e Achille Ardigò, e del quale fanno parte Nino Andreatta, Romano Prodi, Roberto Ruffilli e Luigi Pedrazzi.
Benevolo affianca all’attività di docente e di saggista anche un’intensa vita professionale, dapprima negli studi avviati con Tommaso Giura Longo e con Carlo Melograni, e poi in forma autonoma, redigendo decine di piani regolatori di molte città italiane. Con Pierluigi Cervellati, urbanista, docente universitario e assessore del Pci a Bologna, viene chiamato a Palermo dal sindaco Leoluca Orlando come consulente sulle questioni urbanistiche e del centro storico. Diventa così uno dei protagonisti, nei primi anni Novanta, della stagione politica che viene chiamata “Primavera di Palermo”.  E’ tra i progettisti della nuova sede della Fiera di Bologna. Suoi sono il piano regolatore di Ascoli Piceno, il Piano del centro storico di Bologna e i Prg di Urbino e di Monza. A Brescia giunge chiamato da Luigi Bazoli, assessore all’Urbanistica della Giunta Trebeschi, per redigere la variante al Piano regolatore generale della città. A partire dal 1973 avvia il piano urbanistico del nuovo quartiere di San Polo, la cui realizzazione si protrae fino agli anni Novanta. Intanto, fin da metà degli anni Settanta, sceglie di risiedere a Cellatica.
Intensa rimane l’attività professionale, con l’elaborazione di numerosi piani urbanistici in Lombardia e in Piemonte, così come la ricerca saggistica, che ha la sua sistemazione teorica nell’ultimo saggio “Il tracollo dell’urbanistica italiana”, edito da Laterza nel 2012.

Ultimo aggiornamento

07/11/2018, 14:37