Alessandro "Sandro" Fontana

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Marcheno (Brescia), 15 agosto 1936 - Brescia, 14 dicembre 2013

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Cittadini Illustri

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Politico, giornalista, storico, parlamentare, ministro, docente universitario.

Sandro Fontana, figlio di un segretario comunale, nasce a Marcheno in Valtrompia nel 1936. Dopo la maturità magistrale affronta le prime esperienze da insegnante di scuola elementare nella Bassa. La passione per la storia lo induce a proseguire gli studi, a ottenere la laurea e intraprendere un cursus honorum accademico che lo porterà alla cattedra di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Brescia. La passione politica lo induce a impegnarsi nella Democrazia cristiana, nella corrente di Forze Nuove che negli anni Sessanta riunisce le diverse anime della sinistra interna al partito. Fontana si distingue fin da giovane per la verve battagliera e la prosa giornalistica brillante, che dà le prime prove di sé sulle colonne di “Provincia democratica” e del “Cittadino”. Il grande balzo arriva nel 1970: Sandro Fontana è eletto consigliere nella prima legislatura regionale. Rivestirà l’incarico per un decennio; dal ’75 all’80 sarà anche assessore regionale alla Cultura, promuovendo la nascita di biblioteche in periferia e collane di cultura e tradizioni locali di forte carattere innovativo e indiscusso valore scientifico. Nel 1982 è lo sfidante, al congresso nazionale della Dc, di Ciriaco de Mita. Secondo previsioni esce sconfitto nella corsa per la segreteria nazionale, ma acquista una fama nazionale che non lo abbandonerà più. Nel 1985-86 diviene vicesegretario nazionale del partito. Nel 1987 viene eletto senatore nel collegio di Fermo, nelle Marche. E’ un incarico che ricoprirà per due mandati. Dal 1989 al 1992 è direttore del “Popolo”, il quotidiano della Dc, su cui firma sapidi corsivi e ingaggia polemiche sotto lo pseudonimo di Bertoldo, l’icona del contadino lombardo di animo semplice e spirito arguto. Dal 28 giugno 1992 al 28 aprile 1993 è ministro della Ricerca scientifica e tecnologica nel primo governo Amato. Dopo la fine della Dc non aderisce al Ppi ma, con un gruppo di democristiani, fonda il Centro cristiano democratico, che nelle elezioni del ’94 si allea con il centrodestra. Nel 1994 viene eletto europarlamentare e diviene anche, per una legislatura, vicepresidente del parlamento europeo. Nel frattempo prosegue l’attività pubblicistica, in cui alterna pamphlet politici a libri di storia come “La riscossa dei lombardi”. Dopo la morte dell’amico Gino Micheletti assume la presidenza dell’omonima Fondazione. Tutta la sua vita pubblica è stata contrassegnata da un’autentica passione per le tante comunità che formano la provincia bresciana, da una sensibilità colta e profonda per la storia e le tradizioni locali, da una visione ispirata al cattolicesimo sociale e popolare.
Si è spento a Brescia il 4 dicembre 2013.
Ultimo aggiornamento

26/10/2016, 10:31