I casi di TSO a Brescia dal 2009 al 2016

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Il trattamento sanitario obbligatorio (Tso) è un ricovero effettuato contro la volontà del paziente (legge del 23 dicembre 1978, articolo 34) ed è lecito solo se esistono alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici rifiutati dal paziente e se non ci sono le condizioni che consentono di adottare tempestive ed idonee misure al di fuori dell'ospedale. Di fatto il TSO viene messo in atto quando la persona appare pericolosa per sé o per gli altri, in soggetti che manifestano minaccia di suicidio, minaccia o compimento di lesione a cose e persone, rifiuto di comunicare con conseguente isolamento, rifiuto di terapia, rifiuto di acqua e cibo. Può accadere anche che una persona disturbata psichicamente, un tossicodipendente in crisi di astinenza, un alcoldipendente assumano dei comportamenti imprevedibili o violenti. In queste situazioni spesso i familiari conviventi o i vicini di casa, qualora la persona sia in terapia presso uno psichiatra, chiedono aiuto allo psichiatra del servizio, oppure nel caso la persona non lo fosse, chiamano direttamente l’ambulanza e/o i vigili o i carabinieri. La procedura prevede la formulazione di una proposta di Tso fatta da almeno due medici, di cui almeno uno del servizio pubblico. Tale proposta deve essere convalidata dal sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria, del Comune di residenza o del Comune dove la persona si trova momentaneamente e non respinta dal pretore. Ricevute le certificazioni mediche, il Sindaco ha 48 ore per disporre, tramite un’ordinanza, il TSO facendo accompagnare la persona dai vigili e dai sanitari presso un reparto psichiatrico di diagnosi e cura. In un primo momento la persona viene invitata a seguire vigili e sanitari nel reparto ospedaliero, se si rifiuta viene prelevata con la forza, messa in ambulanza e trasferita al reparto ospedaliero. In teoria la legge fornisce il diritto alla persona di scegliere il reparto dove essere ricoverato. Nessuno può essere trattenuto contro la sua volontà presso strutture sanitarie o nei reparti psichiatrici di diagnosi e cura a meno che non sia soggetto ad un provvedimento di TSO. Il paziente, o qualcuno per lui, può sempre fare ricorso presso il pretore, che funziona da giudice tutelare; se il ricorso viene presentato entro 48 ore, il pretore può disporre subito la sospensione del provvedimento. Il ricovero in Tso è provvisorio. Ogni 7 giorni viene sottoposto a verifica e si decide se prolungarlo o meno. In qualsiasi momento il ricovero può essere trasformato in ricovero volontario.​​​​

Ultimo aggiornamento

09/12/2022, 12:39