Giovanni Panella

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Roè Volciano, 7 gennaio 1948 - Brescia, 25 settembre 2003

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Politico bresciano – ex sindaco di Brescia

Gianni Panella (7 gennaio 1948 – 25 settembre 2003), sindaco dal 27 gennaio al 26 settembre del 1992. Nato a Roè Vociano, secondo di sei figli (tre maschi e tre femmine). Il padre Pietro, operaio, muore precocemente all’età di 37 anni. La madre Giulia è casalinga.
Dopo la morte del padre, Gianni Panella frequenta per tre anni l’Istituto alberghiero di Gardone Riviera e d’estate lavora come cameriere in Svizzera e poi a Riva, per mantenersi. Raggiunta la maggiore età riceve l’offerta di impiego dalla Fiom (il sindacato metalmeccanici della Cgil) e nel ’67 diventa funzionario sindacale. In questo periodo studia di sera e si diploma ragioniere. La prima zona di destinazione è quella di Nave, teatro di duri scontri fra il sindacato e gli imprenditori siderurgici. Panella subisce minacce, denuncia un imprenditore: la giustizia gli dà ragione, lui devolve in beneficenza il risarcimento milionario. Lui, socialista, è sempre più apprezzato all’interno del sindacato guidato prima da Gastone Sclavi e poi (dal 1974) da Claudio Sabattini. Dal matrimonio con Adriana Staffoni nel frattempo è nata l’unica figlia, Stefania, che gli darà il nipotino Amedeo. Con la famiglia abita a Vobarno, paese che non lascerà mai, neppure durante i pressanti impegni sindacali e politici a Brescia. Nel 1977 entra nella segreteria generale della Cgil, nel 1982 subentra a Ezio Marsadri come aggiunto alla segreteria generale, all’epoca retta da Aldo Rebecchi. Il tandem Rebecchi-Panella guida la Camera del lavoro negli anni difficili del decreto di San Valentino (1984), degli autoconvocati, del referendum sulla scala mobile. Nel 1986 Rebecchi viene eletto alla Camera dei deputati e Panella – dopo un lungo braccio di ferro – viene eletto segretario generale. È il primo socialista a ricoprire l’incarico dai tempi di Bigio Savoldi. Nel 1991 Panella lascia la segreteria di piazza Repubblica, gli subentra Gianni Pedò. In Loggia c’è appena stato lo scioglimento anticipato del Consiglio eletto nel 1990, e alle elezioni del 24 novembre 1991 il Partito socialista punta su Panella come capolista e dunque come candidato sindaco. Panella ottiene un buon risultato personale nell’elezione che vede la Lega diventare il primo partito in Consiglio. Il 27 gennaio l’esponente socialista viene eletto sindaco alla guida di una giunta Dc-Psi-Pli-Lega casalinghe e pensionati che si regge sui voti decisivi di Maria Fida Moro (eletta nelle fila di Rifondazione comunista ma dissociatasi dal partito) e di Mario Abba, in dissenso dal Pds. La giunta-Panella dura soli otto mesi ma deve affrontare questioni scottanti: il blocco, causato da ritrovamenti archeologici, dei lavori al palagiustizia che doveva sorgere in via Spalto San Marco, le prime ondate migratorie in città, l’avvio del progetto del termoutilizzatore dell’Asm. Quando un pezzo della Dc revoca l’appoggio alla sua giunta, Panella deve gettare la spugna. Gli subentrerà, a partire dal 27 settembre del 1992, il sindaco Paolo Corsini. Panella rimane consigliere semplice, appoggia lealmente la giunta-Corsini. Dopo lo scioglimento del consiglio tenta, senza fortuna, la via delle elezioni alle politiche per cercare di tener viva una presenza socialista sbriciolata dai colpi di Tangentopoli.
Dopo questa esperienza lascia l’impegno politico in prima fila e si getta nell’impegno professionale, diviene consulente di gruppi industriali bresciani (fra cui la Lucchini, impegnata in pionieristiche trattative sindacali in Polonia), diventa responsabile delle risorse umane e dell’organizzazione delle Officine meccaniche rezzatesi di Marco Bonometti. Nel 2001 i primi segni di un male che lo vince dopo quattro operazioni, una lunga sofferenza e una stoica battaglia. Poco prima della morte, sopraggiunta a 55 anni d’età il 25 settembre 2003, è stato insignito della stella al merito del lavoro.

Ultimo aggiornamento

04/11/2015, 12:22