Giorgio Brunelli

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Soragna (Parma), 21 ottobre 1925 – Forte dei Marmi (Lucca) 30 settembre 2018

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Medico ortopedico, microchirurgo, pioniere della microchirurgia della mano e della cura chirurgica dei traumi del midollo spinale

Giorgio Brunelli, candidato al Nobel della Medicina nel 2006 da Rita Levi Montalcini, è stato una delle figure di primari ospedalieri e cattedratici più note, stimate e celebrate a Brescia. Specialista in Chirurgia Plastica e Microchirurgia, è stato professore di Ortopedia e direttore della Scuola di specializzazione in Ortopedia e in Chirurgia della mano all’Università di Brescia. Al suo attivo aveva oltre 410 Pubblicazioni, più di 23.000 interventi (oltre 3.300 di microchirurgia) e una laurea Honoris Causa dell’Università di Wroclaw. Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, di 28 Società Scientifiche (italiane, straniere e internazionali), membro onorario della Società Britannica di Chirurgia della Mano, è stato fra l’altro socio fondatore di varie Società scientifiche, presidente onorario della Società Italiana di Microchirurgia, oltre che autore di varie Tecniche chirurgiche personali. 
Brunelli è ancora ragazzino quando il papà Alessandro, medico veterinario, e la madre Annamaria si trasferiscono da Parma a Brescia dove il genitore diviene veterinario capo del Comune. Giorgio frequenta il liceo ma nel 1943 viene chiamato alle armi dalla Rsi. Dopo la guerra Brunelli si iscrive alla facoltà di Medicina di Parma, città dove si reca in bici; si mantiene gli studi vendendo porta a porta profumi ed essenze da lui stesso fabbricati. Si laurea nel 1949, si specializza in Patologia a Parigi nel 1955 ma il richiamo della chirurgia è prepotente come una vocazione. Nel 1964 è primario all’Ospedale di Chieti dove compie interventi avveniristici su malati di artrosi: è il primo in Italia, ed il secondo in Europa, ad eseguire le protesi totali d’anca per curare l’artrosi dell’anca. Torna a Brescia, all’Ospedale Civile a cui dà lustro e prestigio, ed è qui che nel 1973 effettua il primo reimpianto in un arto, un braccio strappato da un macchinario a un ragazzo di 13 anni. Lui e la sua équipe contano 800 reimpianti eseguiti in 20 anni. 
Infaticabile propagatore del sapere medico e chirurgico, Giorgio Brunelli crea una vera e propria scuola, dirige 37 corsi teorico-pratici di Microchirurgia, organizza simposi internazionali, è osannato dalle riviste anglosassoni come «the best». Nel frattempo, con una vitalità inesauribile, coltiva la fotografia, la pittura a olio, gli studi storici e linguistici; si rilassa con lo sci, il nuoto, le corse su auto d’epoca e le camminate, viaggia il mondo per diffondere il verbo della nuova frontiera chirurgica. Muove da lì la sua ultima impresa: lo studio delle lesioni del midollo spinale, la ricerca pionieristica di una soluzione chirurgica che, facendo leva sulla capacità di riparazione e rigenerazione del midollo stesso, punta a ridare mobilità a emiplegici e paraplegici.
Brunelli ha anche creato, insieme all’inseparabile e amatissima moglie Luisa Monini — giornalista scientifica — una Fondazione a lui intitolata dedita appunto alla ricerca sul midollo spinale. 
La città gli ha reso omaggio nel 2016, conferendogli il premio Brescianità promosso da Ateneo di Scienze lettere e arti e Fondazione civiltà bresciana.

Ultimo aggiornamento

28/10/2019, 10:56