Livia Feroldi

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Passirano, 3 novembre 1907 - Botticino, 24 febbraio 1997

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Crocerossina, consigliere comunale, assessore all’assistenza, presidente del Centro Italiano Femminile

Livia Feroldi nasce in Franciacorta, in una famiglia dell’antica nobiltà bresciana. Suo padre è l’avv. Pietro, che aveva iniziato ad esercitare la professione nello studio del sen. Ugo Da Como, la madre è Maria Cadei. Livia è la primogenita, il secondogenito Franco sarà economista, docente universitario e presidente della Camera di commercio. Brillante negli studi, sportiva e amante dei viaggi, fin da giovane vorrebbe studiare medicina per poter essere di aiuto alle persone che soffrono. Nel 1937 presta la sua opera come crocerossina su una nave ospedaliera in Libia e durante la guerra svolge attività di assistenza all’Ospedale militare di Brescia. Nello stesso periodo, con grande coraggio aiuta i partigiani bresciani. Non da meno è l’impegno civile e politico: nel 1948 viene eletta consigliere comunale in Loggia e nel 1951 il sindaco Bruno Boni la chiama a far parte della Giunta come assessore all’Assistenza. Nell’immediato dopoguerra, a Brescia nasce il CIF, Centro Italiano Femminile e Livia Feroldi nel 1948 ne viene nominata presidente provinciale.
L’esperienza amministrativa e politica si protrae: eletta nelle file della Dc anche nel 1951, verrà riconfermata in Loggia fino al 1971. Nel 1973 nasce il Centro assistenza anziani “Federico Balestrieri”, presso la Parrocchia di S. Alessandro e Livia Feroldi continua il suo impegno dedicandosi all’assistenza domiciliare degli anziani del centro storico.
Nel 1990 le vengono assegnati il Premio Bulloni per la bontà e il Premio Città di Brescia – Laura Bianchini. La malattia la costringe all’isolamento e Livia Feroldi si ritira presso le Suore Operaie a Botticino Sera, dove muore il 24 febbraio 1997.

Ultimo aggiornamento

07/11/2016, 09:00