1989_26_311-330_Riedel

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Natura Bresciana: la rivista di scienze naturali del Museo

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​​​​THE WILD ANIMALS OF NORTHEASTERN ITALY FROM NEOLITHIC TO MEDIEV AL TIMES: AN ARCHAEOZOOLOGICAL COMMENT

ALFREDO RIEDEL 

Abstract - Archaeological bone deposits result from human activity and are not necessarìly the mirror of the whole fauna of the region. Therefore the percentage ratio of the remains of an animal specìes in the deposits may be different from that of the animai in the local population. Finally, when species are represented by very few remains, these can be of an animai of other areas which were imported living or as parts of the total carcass or as isolated bones. Wìld animals were very important only in the subsistence systems of Mesolithic or of Early Neolithic type. But in many Neolithic faunas - and always at the end of this period - and in the Bronze and Iron Ages, domestic animals predominate and game was of very restricted importance. Wìld animals are usually barely present in the faunal samples from Roman to Medieval tìmes. When these stìll predominated at earlier times, they were indispensable both for their meat and for antlers, bones, hides, etc. for crafts, but they were later replaced, in most cases, for all these products by the domestic animals. Therefore, later on, when wild animals were no more an important economie factor and little hunting was essential for meat, it was nevertheless necessary to protect fields, crops, granaries and livestock from predators and pests. Hunting was also necessary for hides and fur production and for smaller uses and finally it continued as a prestige activity during the Middle Ages. Animals such as the aurochs and the wìld pig were perhaps domesticated in northern Italy or crossed with already domestic animals, but no deposit has yet provided the opportunity to demonstrate such a process incontrovertably. The wild animai fauna is very uniform after the Neolithic. Some differences are due to climate, morphological factors and vegetation. Red deer is always predominant, followed by wild pig which were important in the plain, and less so or absent, in mountainous areas. The brown bear remains were at first widely distributed, although the species retreated later to the forested mountains. Beaver and otter are linked to humid environments. Ibex and chamois are only in high monntains locations. Most of the other wild animals described here are ubiquitous in the study area. Remains of wild animals (red and roe deer, wild pig and brown bear excepted) are still not known in sufficient amount to analyze succesfully in detail their population, but nevertheless they already give us valuable insights into the faunas. The sizes of the animals are very near those of the north alpine areas. They are well known for some species (red deer, wìld pig, roe deer etc.); for others, additional material and size measurements are needed.

Riassunto - Aspetti dell'archeozoologia degli animali selvatici dell'Italia nordorientale fra il Neolitico ed il Medioevo. I resti faunistici raccolti negli scavi archeologici appartengono quasi esclusivamente ad animali relativi ad attività umana e quindi non rispecchiano esattamente la fauna di una regione. Ne consegue quindi che la percentuale dei resti di una specie animale riscontrata in un deposito archeologico può non essere identica alla presenza della specie nella fauna locale. Inoltre se delle specie sono presenti con pochi resti, questi possono appartenere ad individui trasportati ancora in vita da altre aree, oppure importati nel sito solo come parti di carcassa o di pezzi isolati. Gli animali selvatici sono molto importanti solo in sistemi economici come il Mesolitico o il primo Neolitico: ma anche in molte faune neolitiche (sempre se della fine di questo periodo) e nell'età del Bronzo e del Ferro, gli animali domestici predominano mentre quelli selvatici rivestono un'importanza ridotta. Durante l'età Romana e Medioevale gli animali selvatici sono appena presenti. Quando questi ultimi erano ancora predominanti, erano indispensabili per la produzione di carne, mentre palchi, ossa, pelli ecc., venivano impiegati nell'artigianato. In un periodo seguente le funzioni svolte dagli animali selvatici vennero quasi tutte sostituite da quelle svolte dai domestici. Quando gli animali selvatici non furono più di notevole rilevanza economica e la caccia non era più fondamentale per l'approvvigionamento in carne, la loro uccisione avveniva allo scopo di proteggere i raccolti, i depositi di viveri e gli animali domestici, possibili prede di carnivori e di altri animali nocivi. La caccia veniva inoltre praticata per il rifornimento di pelli e per altri fattori meno importanti; oltre che come attività di prestigio durante il Medioevo. Animali come l'uro ed il cinghiale vennero forse addomesticati in Italia settentrionale, oppure incrociati con animali già domestici, per quanto nessun deposito archeologico ci abbia permesso finora di seguire in dettaglio questo processo. La fauna selvatica è sempre molto uniforme dopo il Neolitico. Alcune differenze sono dovute al clima, a fattori morfologici ed alla vegetazione. I cervi predominano quasi sempre, seguiti dai cinghiali che sono più diffusi in pianura e meno (talvolta assenti) in montagna. Gli orsi bruni avevano una notevole distribuzione, ma si ritirarono poi in zone montane. Castoro e lontra sono legati ad ambienti umidi. Gli altri animali sono in genere più o meno ubiquitari. Anche se i resti di animali selvatici (esclusi il cervo, il capriolo, il cinghiale e l'orso) non sono sufficientemente numerosi per un'analisi dettagliata delle popolazioni, essi ne permettono comunque una buona conoscenza. Le dimensioni degli animali sono molto vicine a quelle riscontrate per l'area alpina settentrionale. Mentre sono ben conosciute per alcune specie, quali cervo, cinghiale, capriolo, ecc., per alcune altre sarebbe necessario l'esame di ulteriori materiali.


Ultimo aggiornamento

14/10/2014, 09:42