Evoluzione della struttura demografica dei comuni bresciani dal 2001 al 2031

Dettagli della notizia

Tempo di lettura:

7 min

Aree tematiche
Indagini statistiche

Descrizione

Descrizione

Evoluzione della struttura demografica dei comuni bresciani dal 2001 al 2031

Il lavoro nasce all'interno di un progetto di collaborazione tra il Comune di Brescia e l'Associazione Comuni Bresciani in occasione dell'aggiornamento dei Piani sociali di zona.
A tal fine l'Unità di Staff Statistica del Comune di Brescia ha messo a disposizione degli uffici di piano dei Comuni della Provincia una ricca documentazione statistica sulle caratteristiche strutturali della popolazione residente ai censimenti, prendendo come data di inizio il 1971, per gli ambiti territoriali comunali e distrettuali.
La documentazione prodotta, di carattere sostanzialmente storico, fornisce molteplici elementi di riflessione sulle trasformazioni demografiche, e quindi economiche e sociali, sperimentate dalle singole comunità locali negli ultimi trent'anni.
L'informazione storica, tuttavia, non esaurisce le esigenze informative di chi deve pianificare le attività sociali, dal momento che interessa maggiormente l'evoluzione dei fenomeni demografici e sociali e, di più, la capacità di cogliere l'insorgenza di nuovi fenomeni per l'evidente effetto sulla domanda dei servizi.
Le previsioni della popolazione, presentate in sintesi in questo fascicolo, e messe a disposizione dei Comuni a livello analitico, rispondono all'esigenza di disporre di elementi prospettici dell'evoluzione della struttura della popolazione residente in un arco di tempo utile per la pianificazione sociale.
La pubblicazione di questo fascicolo testimonia le potenzialità delle sinergie tra le amministrazioni comunali, nello spirito dell'associazionismo istituzionali, e la positività di una collaborazione effettuata con spirito di collaborazione e nel pieno rispetto dell'autonomia.

Nota

In questo fascicolo vengono presentate, in sintesi, le proiezioni demografiche della struttura per sesso ed età della popolazione residente italiana nei 206 comuni della provincia di Brescia al 2031 avendo come base il Censimento della popolazione del 2001.
Le proiezioni demografiche possono fornire una risposta all'esigenza di disporre di informazioni sulle trasformazioni strutturali che interesseranno una popolazione nel futuro, pur con alcune avvertenze e cautele.
È bene segnalare, fin da subito, che la realizzazione di proiezioni in ambito demografico è un esercizio la cui capacità di avvicinarsi alla realtà futura dipende da elementi "interni" al processo di proiezione (le caratteristiche del modello quanto a capacità di descrivere le componenti della dinamica della popolazione, il realismo delle ipotesi demografiche sottostanti), ma anche da elementi "esterni" al processo stesso, vale a dire dalla concordanza dell'evoluzione dei fattori che inflenzano la popolazione con le ipotesi formulate a priori.
Ne segue che, come affermavamo in altra sede, con riferimento ad un medesimo contesto : "I risultati che si ottengono (nelle proiezioni demografiche) non sono il traguardo finale di un obiettivo specifico, né rappresentano l'unica destinazione di un percorso obbligato. Molto più semplicemente sono il risultato di un processo che deduce, secondo un modello, le ripercussioni di dinamiche alternative di fattori influenti sulla traiettoria futura di una popolazione."
A questi aspetti aggiungiamo una considerazione che riguarda la finalità operativa delle proiezioni ed il rapporto tra utilizzatori e metodi.
Quanto al primo aspetto il lavoro nasce con una forte spinta operativa in quanto si prefigge di fornire alla platea degli interessati un vero e proprio strumento di lavoro, una base contabile da cui partire per fare propri conti, "aggiustando" le proiezioni secondo le specifiche esigenze e conoscenze del territorio.
Scaturisce da questo la predisposizione di una base di dati analitica, per sesso, anno di età, comune e anno di proiezione, dal momento che solo in questo modo è possibile fornire un prodotto utilizzabile nei più vari contesti informativi.
È del tutto coerente con questo approccio il fatto che, a livello locale, un utilizzatore proceda a correggere le proiezioni aggiungendo nuova popolazione per tenere conto, ad esempio, di nuove realizzazioni urbanistiche.
Ugualmente rilevante è il secondo aspetto che riguarda il rapporto tra utilizzatori e metodi.
Destinatari del lavoro sono una molteplicità di soggetti: esperti sociali e funzionari degli uffici di pianificazione sociale ed urbanistica, sindaci, assessori e consiglieri comunali, ed infine cittadini, nella duplice veste di beneficiari e controllori dell'attività delle amministrazioni pubbliche.
L'esigenza di fornire un supporto informativo di qualità, in particolare affidabile, porta a sviluppare modelli ed utilizzare metodi complessi basati su una pluralità di fonti a volte non commensurabili.
Procedendo in questo modo spesso vengono messe in secondo piano le ipotesi demografiche adottate, esplicitamente o implicitamente, col che si riduce la comprensibilità, in particolare da parte dei non tecnici, dei meccanismi demografici che intervengono.
Questo modo di procedere, che non è detto garantisca risultati migliori, rende poco "intelligibili" e "maneggiabili" le previsioni da parte di non tecnici, cosa che ne diminuisce l'utilizzabilità. 
L'obiettivo di fornire una base contabile effettivamente impiegabile, unita alla eterogeneità della platea dei destinatari, ha portato alla scelta di privilegiare la "riconoscibilità" delle ipotesi formulate e la "comprensibilità" dei metodi anche da parte di non esperti.
Il prezzo da pagare è dato dall'assunzione di un certo grado, controllato, di semplificazione sia sul versante delle ipotesi sia su quello dei metodi.​​​​​​

Ultimo aggiornamento

09/12/2022, 12:51