Rizzi Emilio (1881-1952)

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Cremona, 5 maggio 1881 - Brescia, 22 dicembre 1952

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​Pittore di fama nazionale, è stato fra i fondatori dell'Associazione Artisti Bresciani​. Di Giuseppe, avvocato e di Laura Botti. Dai quattordici anni frequenta l'Accademia di Brera, allievo di Giuseppe Mentessi, di Cesare Tallone e di Vespasiano Bignami, ed è da essi ritenuto il migliore. Abilitato all'insegnamento nel 1899, nel 1900 si iscrive alla "Scuola speciale di pittura". Poco dopo, nel 1903, vince il "Pensionato Fanny Ferrari" del Comune di Cremona, trasferendosi nel 1903 a Roma, dove è caro ad Antonio Mancini che ha sulla sua arte una determinante influenza. Tiene un corso all'Accademia delle Belle Arti ed è in contatto con i migliori artisti. Nello stesso anno esordisce alla "Promotrice" con il dipinto "Caino e Abele" e, l'anno seguente, un suo quadro, "Mestizia", viene acquistato dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma. Due anni dopo espone a Milano il "Ritratto di donna" ricevendo ampie lodi da Ugo Ojetti. Un altro suo dipinto: "I lavoratori del gas" viene esposto a Roma, Barcellona, Parigi, ecc. Contemporaneamente insegna a Roma all'Accademia Moderna di Belle Arti assieme ad Antonio Mancini ed Aristide Sartorio compiendo viaggi intorno a Roma per dipingere paesaggi. Stabilitosi a Parigi nel 1909 espone al "Salon des Artistes Indipendants" il quadro "In attesa" e altri quadri nello stesso salone con Rousseau e Bonnard e al "Salon d'Automne". Nel frattempo fin dal 1905 è presente ad importanti manifestazioni artistiche oltre che in Italia, a Bruxelles, Barcellona e affronta viaggi di lavoro in Bretagna. Dopo soggiorni in Bretagna, tornato in Italia nel 1915 partecipa come soldato di artiglieria alla I guerra mondiale. A Cremona ordina una mostra che raccoglie numerosi ritratti e il restante periodo della guerra lo vive a Roma, Napoli, Civita Castellana, a Soriano del Cimino dov'è ospite del principe Chigi. Finita la guerra riprende ad essere presente in mostre e nel 1920 si trasferisce a Brescia e nel giugno 1921 è a palazzo Tosio con "Il nastro nero" criticato aspramente da Giarratana. Nel 1922 compera a Brescia una casa di facciata su piazza della Loggia, dove apre un vasto studio nel quale vive fino alla morte salvo soggiorni in Lugano, nel viterbese, sui laghi di Garda e di Iseo e dopo un ritorno a Roma dal 1938 al 1943 rientra a Brescia, sfolla a Rodengo Saiano. Rientrato in città è tra i fondatori dell'AAB. Tiene numerose mostre fra le quali nel 1927 (personale) nel negozio Campana, nel febbraio 1929 (personale) sempre presso Campana, nel marzo 1934 (collettiva) alla Galleria Bravo, nel febbraio 1939 (personale) alla Bottega d'Arte, nel 1940 (collettiva) alla Sindacale. Nel dopoguerra fu tra i fondatori della "Società Arte e Cultura" che diventerà poi l'Associazione Artisti Bresciani. Negli anni '30 si avvicina anche all'affresco come documenta la "Messa al campo" della Casa del Combattente di Brescia (1938). Intensa la sua attività artistica che si allarga al paesaggio per cui nel 1950 acquista un grande podere a Nave, dove pensa di creare un grande studio. Ma poi ritorna a Brescia dove muore nel dicembre 1952. ​​​​​

Ultimo aggiornamento

02/11/2022, 08:44